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Processo Isotherm

La tecnologia ISOTHERM® di ITEA. Il processo realizza una combustione senza generazione di fiamma (flameless) in atmosfera di ossigeno e pressione a temperature di 1300÷1500°C, ottenendo prestazioni ambientali nettamente superiori ai processi di combustione tradizionali. Le immagini riportate di seguito mettono a confronto una fiamma classica e un ambiente di combustione flameless.

Figura 1: combustione a fiamma, caotica, non controllabile in ogni punto

Figura 2: Itea combustione senza fiamma, controllabile in ogni punto

In una fiamma classica, la grande differenza di temperatura lungo il fronte di fiamma è responsabile della formazione di composti pericolosi e indesiderati (diossine, furani, IPA e altri). In una combustione Flameless la temperatura alta e uniforme, e perfettamente controllabile lungo il profilo della camera di combustione, garantisce l’assenza di sostanze e composti indesiderati e la completa ossidazione del carbonio in ingresso in CO2, in seguito recuperata e riutilizzata. Una combustione Flameless produce una fiamma trasparente, a conferma della assenza di produzione di polveri e particelle solide durante il processo di combustione (tipiche invece della fiamma tradizionale, che risulta non trasparente proprio a causa della produzione di polveri e particelle solide durante la combustione e che in seguito saranno emesse in atmosfera). La trasparenza della fiamma risulta un segno distintivo della combustione Flameless, con tratti di notevole similitudine e sovrapposizione con le fiamme ad idrogeno, caratterizzate anche queste da trasparenza dovuta alla mancata formazione di particolato e altri inquinanti. Nell’ambiente Flameless, inoltre, la temperatura di combustione è mantenuta a livello tale da portare a fusione la parte non combustibile dei rifiuti (inerti), dando luogo alla produzione di materiale vetroso anziché ceneri, con un processo molto simile a quello della produzione della lava vulcanica. Le condizioni realizzate all’interno della camera di combustione consentono quindi la completa conversione in CO2 della sostanza organica e la completa liquefazione della componente inorganica in materiale vetroso. Entrambi i flussi vengono in seguito recuperati e danno vita a materia riutilizzabile.