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Da rifiuto a risorsa

In conformità alla legislazione nazionale ed europea, la pianificazione regionale in materia di rifiuti è articolata in attività tra loro complementari, di seguito elencate in ordine di priorità:

  • Prevenzione della produzione di rifiuti
  • Riutilizzo e riciclaggio dei materiali
  • Impiego dei rifiuti come fonte di recupero di energia per autoconsumo
  • Smaltimento

Il piano regionale predilige tutte quelle tecniche che consentono un recupero pressoché totale del rifiuto nell’ottica dell’End of Waste e del recupero energetico.

L’impianto Newo è individuato nel nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato con D.G.R. del 14 dicembre 2021.

Newo utilizza la tecnologia Isotherm® che, in coerenza con i principi comunitari e si configura come un sistema di recupero ad altissima efficienza, in grado di ottenere dai rifiuti:

  • materiale vetroso utilizzabile in sostituzione di materia prima vergine
  • energia per autoconsumo
  • acqua
  • anidride carbonica per l’utilizzo tecnico

L’impianto è dimensionato per trattare a regime fino a:

  • 32.500 t/anno di acque di scarto dai processi TMB, (CER 190599), attualmente smaltite presso impianti autorizzati
  • 83.300 t/anno di frazione solida (CER 191212 / CER 190501) attualmente inviate in discarica
  • 1.500 t/anno di rifiuto denominato “chiarificato” (CER 190106*) derivante dal processo interno di trattamento degli effluenti gassosi

Entro i range sopra indicati, la composizione del flusso di alimentazione all’impianto è funzione del PCI del rifiuto solido, sino alla concorrenza del valore di potenza nominale dell’impianto, pari a 15 MWt..

Grazie alla composizione semplificata dei fumi di scarico (CO2 e acqua), l’anidride carbonica potrà essere agevolmente separata dai fumi stessi, stoccata e destinata ad altri usi industriali (sistemi estinguenti, atmosfere arricchite nelle serre, conservazione di piante e prodotti agricoli, produzione di ghiaccio secco ed altro), in sostituzione della CO2 normalmente destinata al mercato e prodotta tramite impiego di combustibili fossili.

Oltre all’anidride carbonica, l’impianto produce in uscita una scoria di combustione costituita da materiale vetroso inerte denominato “Ossieco”, già classificato come end-of-waste ed utilizzabile nel settore edile.

L’impianto recupererà dai rifiuti energia elettrica per autoconsumo per circa 24.000 MWh/anno e la restante parte pari a 18.400 MWh/anno sarà immesse in rete, nonché le seguenti materie:

  • materia vetrosa – fino a 22.000 t/anno
  • acqua – fino a 10.000 t/anno
  • anidride carbonica (CO2) – fino a 40.000 t/anno

L’impianto, quindi, recupera materia (perle vetrose), energia elettrica per autoconsumo e cattura ed utilizza l’anidride carbonica, attuando, a pieno titolo, il principio di “economia circolare” cui il modello di sviluppo economico e sociale tende in misura sempre più incisiva.

La compliance ai principi di economia circolare è stata valutata positivamente anche dal Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi, tra l’altro, su questo tema, affermando che

“Non può essere condivisa, alla luce delle caratteristiche tecnologiche dell’impianto, la tesi di parte appellata […] sulla incompatibilità del progetto con i principi in tema di economia circolare dei rifiuti”

(Sent. n. 6089/22, sent. n. 6093/22, sent. n. 6088/22, sent. n. 6092/22, sent. 6090/22, Sent. 6093/22)